Partendo dal rilievo dell’intrinseca difficoltà di messa a punto dell’edizione di un testo in prosa, che richiede tecniche di formalizzazione e una grammatica d’apparato (in un’ottica diacronica e sistemica) ben più articolate – a costituire un reticolo di fasi, sottofasi, esponenti numerici alfabetici – rispetto alla poesia (divaricazione espressa nel confronto tra la filologia manzoniana e quella leopardiana), il saggio ne analizza autorevoli esempi, invocando quella sinergia tra tracciato del pensiero, prassi compositiva e correttoria, che sembra dischiudere nuove prospettive (in prima istanza verso una «stilistica d’autore» fondata «sullo studio dei sistemi di varianti, della sintassi del testo») nella ricerca delle direttrici del processo inventivo. Le edizioni, fruite con intelligenza critica, consentono infatti di penetrare a fondo nel cantiere di uno scrittore, rivelando quanto capillare e intenso sia il dialogo – che è reciproca implicazione – tra meccanismi creativi e modalità adottate per conoscere (e interfacciarsi con) la realtà (da intendere, in senso lato, anche come temperie storico-culturale): dall’ipertrofia della prosa gaddiana, correlativo oggettivo dello «gnommero» del mondo, alla «scrittura modulare» imbastita dalla Morante e a quella finemente artistica di Bassani, che – memore dell’apprendistato longhiano – affresca la pagina con ampie campate di varianti, passando per l’avventura del Manzoni, il cui «procedere dialogico- argomentativo» si incarna nelle plurime sequenze di biforcazioni sintattiche che ne costellano i manoscritti.
Pointing out how is difficult to prepare critical editions of prose writings, which require more complex methods of formalization and a grammar of apparatus (in a diachronic and systemic way) than poetry’s ones (dichotomy expressed trough comparison between Manzoni’s philology and Leopardi’s one), the essay examines remarkable cases, claiming the synergy between path of thought, creation and practice of correction, that seems to set a window onto new perspectives (firstly, towards the «stilistica d’autore» founded on the « studio dei sistemi di varianti, della sintassi del testo»), in order to discover which principles controls the creativity. In fact, a clever fruition of editions allows to get into the writer’s workshop, showing the diffused and continuous dialogue – a mutual implication – between creative mechanisms and instruments for understanding the reality (regarded also as historical and cultural climate): from the hypertrophy of Gadda’s prose, objective correlative of the «gnommero» (the muddled reality), to Morante’s «scrittura modulare» and artistic writing set up by Bassani, who, following Longhi’s lesson, frescoes the page shaping series of variants, through Manzoni’s adventure, whose «procedere dialogico-argomentativo» is embodied by multiple sequences of syntactic forkings that constellate his manuscripts.
[Scheda a cura di Angela Siciliano]