Il saggio ricostruisce il rapporto, agli inizi del Novecento, dell’ecdotica con altre discipline di area umanistica: filosofia, retorica, poetica e storia. Si deve a Benedetto Croce la svalutazione degli studi filologici. Alla filosofia egli assegna infatti il campo della speculazione teoretica e conoscitiva, all’arte quello della potenza evocativa ed emozionale. A questa concezione idealistica e assoluta dell’arte si oppone Gentile, che lega la produzione poetica alla tecnica, all’autoriflessività e le riconosce un momento autocritico. Ne consegue una valorizzazione del lavoro autoriale in fieri. Oltre che dalle teorie di Gentile, la critica delle varianti trae beneficio dalla revisione del metodo del Lachmann secondo la lezione di Bédier. In Italia, grazie a studiosi come Pasquali e Contini, l’apparato diacronico, recante varianti d’autore, acquista autonomia rispetto a quello sincronico. Il nuovo interesse per la filologia deriva altresì della valorizzazione ottocentesca della storia. L’elemento temporale diviene essenziale, facendo delle varianti un vero e proprio “romanzo del pensiero poetante”. Cambia in definitiva il modo di guardare al testo, non più concepito come assoluto ma come processo.
This essay reconstructs the relatioship, in the early Twentieth century, between ecdotics and other disciplines of humanities: philosophy, rhetoric, poetry and history. The devaluation of philological studies is due to Benedetto Croce. He assigns to philosophy the field of theoretical speculation, to the art the field of emotions and feelings. Gentile opposes this idealistic conception of art. He acknowledges that art has a self-critical moment and he appreciates the making of author’s work. As well as the theories of Gentile, critics of variants benefits from the revision of Lachmann’s method according to Bédier’s. In Italy, thanks to scholars like Pasquali and Contini, the apparatus diachronic become indipendent of synchronic one. The new interest in philology also follows the valorization of history during Nineteenth century. The time factor becomes essential, variants are a real “novel of the poetic thought.” The way to look at text changes, it is no longer seen as an absolute, but as a process.
[Scheda a cura di F. Cianfrocca]