Annarita Zazzaroni parla degli Occhiali d’oro

La campagna correttoria che Giorgio Bassani condusse sul suo romanzo breve Gli occhiali d’oro (Einaudi, 1958) è un esempio molto interessante dell’officina dell’autore, cioè di quel cantiere dello stile a cui Bassani si dedicò instancabilmente e quasi ossessivamente per arrivare a appropriarsi di uno stile armonico, oggettivo e capace di esprimere l’essenzialità delle azioni e delle dinamiche tra i personaggi attraverso la precisione delle parole e il dominio della sintassi. Nell’archivio Giorgio Bassani (custodito dagli eredi, i figli Paola e Enrico Bassani) sono conservate le cartelle con le correzioni degli Occhiali d’oro: numerose pagine che recano parti di testo dattiloscritte (piccole sezioni, a volte addirittura segmenti, di testo) su cui Bassani apportava correzioni a penna. Attraverso la scelta delle parti su cui si concentrò l’attenzione correttoria di Bassani e il carteggio con Lanfranco Caretti, si scopre anche l’esistenza di una “seconda parte” che si lega alla storia e alla struttura degli Occhiali d’oro.

Per il video qui 

Alcuni esempi dell’officina di Bassani e della sua formazione si possono vedere anche nella mostra documentaria virtuale Giorgio Bassani: Officina bolognese (1934-1943).

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