Eros e Priapo – Paola Italia parla del testo antifascista

Tra il settembre 1944 e il dicembre 1945, scappato da Firenze “con una colluvie di profughi”, verso la capitale, Carlo Emilio Gadda scrive un pamphlet antimussoliniano in cui rilegge, alla luce del Freud di Totem e tabù, il ventennio fascista. Un exemplum di come l’abdicazione al principio di Logos possa trascinare l’Italia, per l’idolatria verso il “Priapo ottimo Massimo”, degenerazione di un ego narcissico con cui ogni uomo regola i propri rapporti col mondo, “in quella ruina e in quello abisso in cui Dio medesimo ha paura guardare”.
Paola Italia, in occasione del 75° della Liberazione dal nazifascismo, ricostruisce la storia del testo, pubblicato nel 2016, con Giorgio Pinotti, nelle Edizioni Adelphi delle Opere di Gadda, e basato sul manoscritto originario custodito presso il Fondo Liberati di Villafranca di Verona. Un caso di filologia d’autore in cui la lettura delle varianti originarie permete di svelare la sostanza antifascista del testo, occultata dalle riscritture “coatte d’autore” che porteranno all’edizione Garzanti del 1967, ma anche di capire come la ricostruzione morale e sociale sarebbe dovuta passare dalla consapevolezza dei “procedimenti oscuri dell’essere che pertengono alla zona dell’inconscio”.
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